venerdì 11 marzo 2016

WALKIN'ON THE FOOT-BALL: GUIDO ARA

Con tutta probabilità a pochi il nome di Guido Ara oggi dirà qualcosa, però fu senz'altro tra i migliori giocatori di football del periodo pionieristico italiano e anche uno dei più vincenti. Nato a Vercelli, indossò sempre la bianca casacca della squadra cittadina tranne una breve parentesi al Modena durante la prima guerra mondiale. Come detto fu uno dei mediani più forti del suo tempo, fisico prestante, Emilio Colombo lo dipinge portato per qualsiasi tipo di sport, ed infatti i suoi primi passi sportivi li aveva mossi nella sezione ginnastica della Pro Vercelli. Veloce, agile, dotato di tempismo perfetto, ottimo nel gioco di testa, buon palleggiatore e con un discreto dribbling, Ara “gioca di posizione: spostato verso il centro sostegno, approfittando dell'alta statura e del largo compasso delle gambe, mira a tagliar fuori, come si suol dire, l'ala avversaria.”
Mondi lontanissimi, canterebbe Battiato, quelli che appartengono a quel calcio là, a quel tempo là e quindi anche a Guido Ara. In un servizio apparso sulle colonne de La Stampa del 1970 l'allora ottantaduenne Ara ricordò i suoi personali metodi di allenamento: “(...) sceglieva di proposito appartamenti al sesto e al settimo piano, perchè in tal modo aveva la possibilità di fare un ottimo “footing” lungo le scale, a intervalli regolari. Ogni tanto poi concedeva un certo vantaggio ad una vettura tranviaria e la inseguiva con scatti ripetuti.”
Vinse sette volte il titolo di campione d'Italia, sei da giocatore e uno da allenatore/giocatore, sempre con le Bianche Casacche, disputando in tutto più di 150 partite.
Scoppiata la Grande guerra e con l'intervento italiano Ara fu arruolato come tenente di fanteria in servizio a Modena e proprio con la squadra gialloblu disputò nel 1916 la Coppa Federale, la manifestazione che la Federazione aveva creato in sostituzione del campionato. Fu, in quel periodo, una delle colonne della squadra del XX Autoparco, che raggruppava i migliori giocatori italiani del tempo sotto le armi.
La Stampa 08 gennaio 1970

In Nazionale Ara giocò 13 partite dal 1911 al 1920 e sicuramente avrebbe disputato anche la prima, storica, partita dell'Italia del 15 maggio 1910 se non fosse stato squalificato – lui e tutta la Pro Vercelli – per le note vicende legate alla finale/spareggio del campionato 1909-10. Fu invece in campo nella famosa partita Italia-Belgio del 1°maggio 1913, quella passata alla storia per la presenza in maglia azzurra di ben 9 giocatori della Pro, segnando per giunta il goal della vittoria, su punizione, rete quella che rimase l'unica di Ara in Nazionale. Terminata la guerra e ripresa l'attività internazionale, Ara fu presente in altre tre partite dell'Italia, partecipando anche alle Olimpiadi del 1920, senza peraltro giocare.
Terminato con il calcio giocato, iniziò la sua attività di allenatore nella stessa Pro Vercelli come allenatore/giocatore, vincendo subito il titolo di campione d'Italia nel 1921-22. Poi nella sua carriere le panchine di Parma, Fiorentina, Roma (finalista di Coppa Italia nel 1936-37), Milan e Genova, oltre che istruttore federale.

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